Archiloco

Archiloco nasce a Paro nel VII sec a.C,si differenzia notevolmente dai precedenti poeti per molteplici aspetti;è di carattere fiero,orgoglioso a tratti lontano dai modelli del tempo,nel corso dei secoli per i suoi atteggiamenti gli sono state mosse contro molteplici accuse e critiche(anche a causa delle sue origini che lo vedevano nato dall’unione di suo padre Telesicle,nobile con Enipò schiava della Tracia) … anche per questo e per altri dissapori si allontanò dalla sua isola per raggiungere Taso dove si guadagnò da vivere come mercenario. Morì combattendo gli abitanti di Nesso. Come abbiamo appena detto il poeta ebbe sempre una propria visione e un proprio giudizio che lo portarono anche a decisioni lontane dai costumi antichi(combattere con onore e morire per la patria). Creatore di una nuova etica capovolse notevolmente i valori dell’Elegia Guerresca delineati già da Callino e Tirteo.Non esiste nulla che permetta all’uomo di gioire eccessivamente o rammaricarsi,per Archiloco l’uomo deve mostrare solo una continua rassegnazione verso la vita poiché “la vittoria è in mano agli dei”;è poeta inquieto,capace di seguire solo i propri istinti che lo portano a citare le sue avventure amorose o le battaglie intraprese,spesso terminate con una indecorosa fuga. Un lampante esempio è dato forse dal frammento più celebre di Archiloco:”Lo scudo Abbandonato” dove con sincerità il soldato-poeta racconta di avere abbandonato durante lo scontro,il suo scudo per avere salva la vita. Questo episodio si pone in netto contrasto ai principi tradizionali della virtù(aretè) eroica-greca,ponendo in prima linea la salvaguardia e non la morte illlustre in combattimento che avrebbe potuto portare fama e gloria al guerriero .Questa anomala corrente di pensiero,che si pone contro i canoni tramandati attraverso Callino e Tirteo verrà poi successivamente abbracciata anche da Anacreonte ed Orazio;proprio nell’autore latino va a cozzare con il suo solenne verso”Dulce et decorum est pro patria mori”.Quindi non mi sento assolutamente di condannare l’atteggiamento di Archiloco,anche se certamente è in contrasto con l’etica greca e successivamente latina;non tutti si dimostrano così coraggiosi e valorosi da cadere in combattimento,non tutti possono essere degni di queste capacità al punto da fronteggiare il nemico “ben piantati sulle gambe al suolo,mordendosi le labbra con i denti.”

Della sua produzione ci rimangono pochi frammenti in metro giambico,trocaico ed elegiaco come raccontano gli episodi della sua poesia , che non esulano dalla sfera del quotidiano,dove il linguaggio è crudo,figurato e pragmatico. La ricchezza della lingua letteraria gli deriva da una buona conoscenza della poesia Omerica ed Esiodea ,che ci fa pensare ad una educazione complessa e sufficiente. Creatore della poesia Giambica a lui si deve la creazione dell’Epodo,unione di un metro lungo(es. trimetro)con uno più breve(dimetro).In altre parole è con lui che tutte le diverse serie assunsero le forme che restarono poi definitive nella letteratura greca e latina.



PS- Oltre a scusarmi per l’eccessivo ritardo di consegna del topic vorrei avere ulteriori informazioni sulla “loquens”in Archiloco.Grazie

Va bene dammi mezz'ora e ti rispondo.

La persona loquens è l'io narrante che è presente in Archiloco e ne caratterizza il poetare. Ciò non significa che l'io narrante coincida sempre con il pensiero dell'autore. E' Aristotele che ci dice che fu un procedimento caro ad Archiloco.

grazie prof