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Messaggio  napolitano.assunta Sab Apr 12 2008, 16:54

Prof mi sono permessa di riportare e ampliare gli appunti presi durante la sua spiegazione, penso sia utile!!!

L'Apologia di Socrate è un testo giovanile di Platone. Scritto tra il 399 e il 388 a.C., è la più credibile fonte di informazioni sul processo a Socrate, oltre a quella in cui la figura del vecchio filosofo è probabilmente meno rimaneggiata dall'autore. Socrate infatti non scrisse mai nulla: tutto quel che sappiamo sul suo conto lo dobbiamo a Senofonte, Platone, al commediografo Aristofane e in parte ad Aristotele, che non lo conobbe direttamente.
Per via dell'uso di Socrate come artificio letterario nei propri dialoghi, diventa a volte difficile capire dove finisca il Socrate reale e dove invece Platone si stia servendo del personaggio per esprimere le proprie teorie. Tuttavia con l'Apologia questo non accade, in quanto opera giovanile (scritta cioè ancora sotto l'influenza del maestro) e in quanto resoconto di un processo reale che se avesse subìto deviazioni sarebbe potuto costare a Platone l'accusa di calunnia. L'Apologia è inoltre uno scritto platonico particolare, in quanto non in forma di dialogo tra due o più persone: sia Platone che Socrate, infatti, disprezzavano la scrittura e sostenevano che la filosofia fosse un'arte orale; pertanto – di fronte alla necessità di dover scrivere – Platone lo farà principalmente in forma di dialogo tra due o più persone. La sua forma peculiare è data dall'impossibilità per Socrate di dialogare, in un tribunale di Atene: egli doveva presentare un'arringa per difendersi dalle accuse di corrompere i giovani, non riconoscere gli dèi della città e di introdurne di nuovi. Cercherà comunque di mantenere una parvenza di dialogo inventando "interlocutori fittizi".
33 capitoli
1-24 = difesa giudiziaria
25-28 = aggiudicazione della pena
29-33 = parole ai giudici(ultimo discorso di Socrate)
Anito , Meleto e Licone rivolgono 2 accuse a Socrate:
1)corruzione dei giovani
2) lesa divinità

- Esordio: Socrate afferma che gli accusatori stanno mentendo e si ripromette di dire la verità;
- Proposizione: accenna alle 2 accuse e s’impegna a volerle dimostrare;
- Prova: nega le accuse ( di essersi dedicato a ricerche vane e di insegnare il falso ai suoi discepoli);
- Disgregazione: dopo averle confutate nella prova, confessa di comprendere che si trova in una situazione pericolosa, ma non adempire al suo dovere sarebbe peggio della morte ;
- Perorazione: si rifiuta di ricercare stratagemmi e di corrompere i giudici ( chiama giudici solo coloro che volevano assolverlo) e riesce a trovare un lato positivo della condanna a morte : la morte dovrà giocoforza essere un piacevole sonno, profondo e senza sogni o un ritrovarsi nell'Ade con i più grandi eroi dell'antichità!
Con queste sue ultime parole, Socrate ricorda ai giudici che ad un uomo per bene non è possibile che accadano dei mali, e li esorta ad interrogare i propri figli come avrebbe fatto lui, per avvicinarli alla virtù.
« Ma ecco che è ora di andare: io a morire, e voi a vivere. Chi di noi due vada verso il meglio è oscuro a tutti fuori che al dio. »

Smile cherry cordiali saluti

napolitano.assunta

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Messaggio  magisterium Sab Apr 12 2008, 17:43

Sono sbalordito ... Shocked
Bene per la sintesi, continua così.
Tuttavia aggiungo una considerazione come postilla. Quando si fanno sintesi e si prende da internet, indicate se possibile la fonte se è unicamente da internet (es. http://it.wikipedia.org/wiki/Apologia_di_Socrate ) e variatene il contenuto.

Noto ora con dispiacere che nelle fotocopie date a scuola manca proprio (nel senso che stranamente la stampante non l'ha stampata [forse è antisocratica!] la frase finale dell'Apologia da te citata in calce:



Ma è
giunta, ormai, l'ora di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada a
miglior sorte, nessuno lo sa, tranne dio.


Lo diremo la settimana prossima.

Smile
magisterium
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