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La questione omerica in età moderna:d'AUBIGNAC e VICO

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Messaggio  sorrentino.angela Ven Apr 11 2008, 19:14

Nella seconda metà del XVII secolo,alla corte di LUIGI XIV,re di Francia,partendo dal pregiudizio,che l'arte dei moderni fosse superiore a quella degli antichi ed inserendosi nella celeberrima ''Querelle des Anciens et des Modernes'',Francois Hedelin,abate D'Aubignac,sostenne in suo scritto, pubblicato poi postumo nel 1715,che Omero non fosse mai veramente vissuto e che l'Illiade non consistesse in altro che in una raccolta di canti composti in epoche diverse,unificati successivamente nella redazione scritta attribuita a Pisistrato:queste furono le sue ''congetture accademiche'',datate 1664.D'Aubignac giustificò la sua teoria sostenendo che all'epoca di Omero la scrittura non esisteva ancora,e quindi un poema così lungo non poteva assolutamente essere tramandato interamente a memoria;tuttavia egli si guardò bene dal determinare quale fosse ''l'epoca di Omero''.Nel 1744,il filosofo napoletano Giambattista Vico volle dedicare alla questione omerica il III capitolo dei suoi Principii di una Scienza Nuova,intitolato''Discoverta del vero Omero''.Anche Vico negava decisamente consistenza storica alla figura del poeta e sosteneva che le opere lui attribuite dovevano essere considerate piuttosto ''l'espressione del patrimonio collettivo dei ricordi del popolo greco nel suo tempo favoloso''.L'Odissea,inoltre,era da considerarsi espressione di una civiltà meno primitiva e più recente.

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Messaggio  magisterium Ven Apr 11 2008, 19:53

Ancora complienti. Vale quanto ho già riferito ( http://www.antiqvitas.it/approfondimenti/quest.omerica.3.htm ).
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La questione omerica in età moderna:d'AUBIGNAC e VICO Empty La Questione Omerica in età moderna: i neounitari

Messaggio  ferrante.luigi Ven Apr 11 2008, 23:35

In età moderna la questione omerica è stata riproposta con soluzioni antiunitarie da d'Aubignac, GianBattista Vico, Wolf e altri, ma è anche vero che non è l'unica faccia della medaglia. Dal XIX secolo numerose sono state anche le posizioni unitarie.
Wilamonitz sostiene l'esistenza di Omero, un poeta che avrebbe ideato i poemi rielaborando o inventando nuovi poemetti incentrati sullo stesso filo condutto e adducendo le incongruenze evidenti ad aggiunte posteriori.
M.Parry si è basato sullo studio della tecnica formulare. Shadewalt ha individuato un'intrinseca unità nell'archilettura del poema,mentre altri come Van Leeuwen e Pontani sono stati del parere che per assumere la posizione unitaria dei poemi basta limitarsi all'aspetto estetico.
Celebre è il motto di Van Leeuwen:"Amo Homerum, ergo exstat"(Amo Omero, dunque esiste) lol!


Ultima modifica di ferrante.luigi il Ven Apr 11 2008, 23:52 - modificato 1 volta.
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La questione omerica in età moderna:d'AUBIGNAC e VICO Empty Questione Omerica

Messaggio  d'onofrio.nicola Ven Apr 11 2008, 23:49

La Questione Omerica nasce a partire dal XVII sec e si è amplificata grazie agli Analisti,che ritengono che l'Iliade e l'Odissea siano state redatte da più mani,e dai Neounitari che vogliono i poemi come frutto di due autori diversi.Allo stato attuale si pensa che Omero ,oltre ad essere realmente esistito sia stato autore solo dell'Iliade ,mentre l'Odissea forse è stata composta qualche tempo dopo grazie ad un autore sconosciuto.Nell'età moderna la Questione venne riproposta con soluzioni antiunitarie:D'Aubignac affermava che i poemi omerici sono una raccolta tardiva di tanti composti staccati;nel 1730 Vico diceva che non possono appartenere alla stessa epoca o allo stesso autore,ma diffusi mediante una collettiva tradizione di tutto il popolo greco.Wolf,attraverso criteri filologici afferma che non esisteva scrittura e che i due poemi hanno varie incongruenze.Nell'età Moderna von Wilamowitz sostiene l'esistenza di un grande poeta,che avrebbe composto l'Iliade attraverso la rielaborazione di vari poemetti.Parry diceva di una tradizione prettamente orale,Shadewalt è invece sostenitore della teoria unitaria:l'Iliade è opera di un'unica personalità creatrice.A volte le tesi risultano non solo pedanti,ma anche arbitrarie,non intaccando però un apparato artistico e poetico di ampio respiro e baluardo di tutta la cultura greca. Cool

d'onofrio.nicola

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Messaggio  magisterium Sab Apr 12 2008, 00:27

A complicare la questione omerica, da voi accennata, è anche la questione della ‘lingua’ omerica. Essa viene indicata una Kunstsprache (una «lingua artistica», cioè ‘artificiale’).
Tale lingua si fonda sulla possibilità di ‘contaminare’ una fondamentale base ionica con elementi provenienti da altri dialetti (in particolare, ma non solo, l’eolico), gli omeristi sono impegnati nella difficile impresa di comprendere in quale forma e attraverso quali vie si sia formata tale originale mistione, soprattutto a partire dal ruolo che il greco di età micenea può o deve aver giocato nelle fasi più antiche della tradizione aedica.

Partendo dal presupposto che alcuni elementi eolici della lingua omerica non possono essere considerati (per ragioni metriche) posteriori trasformazioni di originari elementi ionici, vi è chi ritiene che a una fase ‘micenea’ sia seguita una fase
‘eolica’ (causata dal soggiorno in Tessaglia degli aedi sopravvissuti alla fine dell’età micenea) e quindi una progressiva ‘ionizzazione’ avvenuta sulle coste dell’Anatolia; altri sottolineano la natura già probabilmente composita, dal punto di vista dialettale, della ‘fase eolica’ o addirittura della ‘fase micenea’; altri ancora ritengono che una lingua d’arte essenzialmente ionica sia stata fin dall’origineinfluenzata da una lingua d’arte ‘continentale’ originariamente indipendente.

Alcuni dati sono considerati attendebili se non certi, come il carattere originario di alcuni elementi ‘eolici’ (la maggior parte di tali dialettismi non sono ‘traducibili’ in ionico senza infrangere la metrica, mentre pare vero il contrario per la maggior parte degli elementi ionici; almeno che non si tratti, come qualcuno ha ipotizzato, di elementi ionici ‘antichi’);
l’assenza di elementi dorici (che sembra indicare una data di formazione originaria anteriore all’arrivo dei Dori in Grecia); il
carattere decisamente recenziore (spesso probabilmente posteriore alla stessa ‘redazione scritta’) degli atticismi, del resto rari.



Si veda http://www.einaudiscuola.it/enciclopedia_antico/lemmi/omero.html .
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