SAFFO analisi del fr. 16 L.-P./ 27 D.
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SAFFO analisi del fr. 16 L.-P./ 27 D.
Inserire qui riflessioni sul componimento, spiegato in parte nella lezione del 21 marzo 2008, con note linguistiche, mitologiche, contenutistiche, tematiche, ecc.
magisterium- Numero di messaggi : 163
Data d'iscrizione : 03.02.08
SAFFO analisi del fr. 16 L.-P./ 27 D.
In questo frammento, “La cosa più bella”, è ribadito il tema predominante in tutta la poesia di Saffo, l’amore, che però nel contesto è presentato in modi diversi.
Prima la poetessa presenta l’amore come gioia inesauribile e di desiderio nell’espressione “La cosa più bella è ciò che si ama”, poi c’è l’immagine finale del passo leggero e del volto luminoso di Anattòria che trasferisce il sentimento di amore nella dimensione del ricordo, cui la poetessa si aggrappa per attenuare in qualche modo il tormento e la sofferenza che scaturiscono dal desiderio di poter rivedere l’amata allieva.
Anattòria infatti era una fanciulla del tiaso che insieme ad altre è stata poi l’oggetto delle calde dimostrazioni di amore della poetessa e di nostalgie che si presentavano allorquando una fanciulla lasciava il tiaso per sposarsi.
Il metro usato è la strofa saffica.
I riferimenti mitologici appartengono sempre al mondo degli affetti e dell’amore: la dea di Cipro, Afrodite, e Elena.
Innovativo è il fatto che l’autrice giustifica il comportamento di Elena sottolineando che trascinata sia dall’Amore sia dal Destino, è stata costretta ad abbandonare per il baldo Paride prima lo sposo Menelao e quindi padre e madre.
L’intento di Saffo però è quello di descrivere la potenza dell’amore, e scandisce una trasformazione del pensiero su Elena a partire dal VII-VI secolo a.C. che poi sarà ripresa a più di un secolo di distanza dal sofista Gorgia, con l’intento di dimostrare la vacuità del discorso filosofico e la potenza delle parole.
Prima la poetessa presenta l’amore come gioia inesauribile e di desiderio nell’espressione “La cosa più bella è ciò che si ama”, poi c’è l’immagine finale del passo leggero e del volto luminoso di Anattòria che trasferisce il sentimento di amore nella dimensione del ricordo, cui la poetessa si aggrappa per attenuare in qualche modo il tormento e la sofferenza che scaturiscono dal desiderio di poter rivedere l’amata allieva.
Anattòria infatti era una fanciulla del tiaso che insieme ad altre è stata poi l’oggetto delle calde dimostrazioni di amore della poetessa e di nostalgie che si presentavano allorquando una fanciulla lasciava il tiaso per sposarsi.
Il metro usato è la strofa saffica.
I riferimenti mitologici appartengono sempre al mondo degli affetti e dell’amore: la dea di Cipro, Afrodite, e Elena.
Innovativo è il fatto che l’autrice giustifica il comportamento di Elena sottolineando che trascinata sia dall’Amore sia dal Destino, è stata costretta ad abbandonare per il baldo Paride prima lo sposo Menelao e quindi padre e madre.
L’intento di Saffo però è quello di descrivere la potenza dell’amore, e scandisce una trasformazione del pensiero su Elena a partire dal VII-VI secolo a.C. che poi sarà ripresa a più di un secolo di distanza dal sofista Gorgia, con l’intento di dimostrare la vacuità del discorso filosofico e la potenza delle parole.
ferrante.luigi- Numero di messaggi : 16
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Località : Palma Campania
Data d'iscrizione : 18.02.08
magisterium- Numero di messaggi : 163
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