Aristofane e il suo pensiero ne "Le Nuvole"

**peluso.jessica** Mer Feb 27 2008, 22:54

ARISTOFANE e LA COMMEDIA “LE NUVOLE”
LA POSIZIONE DELL’AUTORE

Con "Le nuvole" Aristofane crea uno dei testi più complessi del teatro antico, dando un giudizio su Socrate del tutto contraddittorio rispetto a quello del popolo ateniese: un maestro dedito all’incessante ricerca della verità. Egli rappresenta il pensatoio di Socrate come una scuola dove si apprendono solo l’arte di rafforzare una posizione debole e di giustificare sempre e comunque il proprio operato, così da riscuotere la generale approvazione, portando danni anche disastrosi a chi lo prende come esempio. Lo dimostra, appunto, il danno che ne viene allo ingenuo Strepsiade che si fa discepolo socratico per imparare qualche imbroglio per liberarsi dei suoi creditori; ancora maggiori poi sono i danni arrecati a suo figlio Fidippide , meglio capace di assimilare e sfruttare quanto appreso dai cattivi maestri.Aristofane dimostra, quindi, una grande preoccupazione per l’educazione dei giovani: essi sono attratti dalla vita brillante e dai piaceri, ma devono addestrarsi ad assumere le responsabilità di futuri cittadini adulti.
L’agone fra Discorso giusto e Discorso ingiusto, i due personaggi che tentano di conquistare il favore di Fidippide, da grande valore alla commedia. Il primo gli propone un programma di vita austero, fatto di temperanza, controllo degli istinti, così da acquisire le stesse virtù dei combattenti di Maratona; l’altro non soltanto teorizza la massima permissività in tutti i campi, ma sostiene anche il diritto per ciascuno di comportarsi come crede, facendosi beffe della moralità antica. Nelle discussioni vince il Discorso ingiusto; all’altro non resta che ritirarsi sconfitto, riconoscendo di non avere nulla di attraente da offrire, a parte la fedeltà ad una giustizia ormai scomparsa dalla coscienza degli individui.
Il coro, che rappresentano le Nuvole, spesso più che partecipe è impassibile osservatore di tanta follia; ma questa follia prima o poi dovrà fare i conti con la volontà degli dei, non potrebbero mai permettere che la malvagità trionfi e Aristofane su questo non ha alcun dubbio.
Il corifea, nella parabasi (vv. 510-562), si fa portavoce delle riflessioni di Aristofane. Spera di “essere stimato come bravo poeta”, alludendo alla sconfitta che proprio le Nuvole ottennero nella prima rappresentazione del 423 a.C.(Cratino veniva apprezzato di più dagli Ateniesi). “Ed io che sono un poeta di tanto valore, non mi do arie, e non cerco di ingannarvi…” con questi versi l’autore sembra volersi fare pubblicità o più che altro crearsi una buona reputazione e incitare gli spettatori ad apprezzare di più le sue commedie. Fa riferimento anche ai suoi attacchi precedenti nei confronti di Cleone, uomo politico del suo tempo, ricordando che dopo la sua morte non infierì contro l’avversario, come invece altri autori fecero nei confronti per esempio di Iperbolo.

**magisterium** Gio Feb 28 2008, 01:56

L'argomento ispiratore della commedia è nel contrasto generazionale tra padre e figli, ma poi finisce per estendersi alla contrapposizione tra l'educazione arcaica e quella dei sofisti. Nella agone tra Discorso Giusto e Ingiusto (dal verso 961 in poi) emerge questa opposizione tra due modi completamente diversi di pensare, tra i maratonomachi e le nuove leve dedite al profitto personale e al benessere.
Si riconosce che Socrate non è un sofista in senso stretto e quindi del tutto negativo; tuttavia esso rappresenta un elemento dissacrante e distruttivo dei valori precedenti.

Aristofane e il suo pensiero ne "Le Nuvole"

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Re: Aristofane e il suo pensiero ne "Le Nuvole"